Equo compenso: Anac solleva dubbi su norme poco chiare, ma si può scegliere di non applicarlo

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Il concetto di equo compenso, fondamentale nell'ambito delle prestazioni professionali, si sta confrontando con una serie di incertezze normative e interpretative, mettendo a rischio la trasparenza e l'integrità nei processi di appalto pubblico. L'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha sollevato dubbi sulla chiarezza delle norme riguardanti l'...
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Rivoluzione in vista: nasce l'Osservatorio per la tutela delle libere professioni

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Il Ministero della Giustizia, in collaborazione con il Ministero del lavoro e il Ministero delle imprese e del made in Italy sta costituendo un Osservatorio nazionale sull'equo compenso che raccoglierà le istanze delle libere professioni relative alla corretta determinazione ed applicazione dell'equo compenso. L'articolo 10 della Legge 49 del 21 ap...
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Calo della domanda di servizi tecnici e di progettazione ad ottobre

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Effetto Boomerang del Codice Appalti e Legge sull'Equo CompensoA ottobre 2023, il settore dei servizi tecnici e della progettazione ha registrato un significativo calo del 78% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo le analisi dell'Osservatorio Oice. Tale contrazione sembra essere attribuibile all'effetto boomerang generato dall'...
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Manifesto per le libere professioni tecniche: le proposte dei professionisti

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Inarcassa, Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti, ALA Assoarchitetti, Federarchitetti, Asso Ingegneri e Architetti e Inarsind hanno raccolto le loro proposte su 4 temi specifici all'interno del Manifesto...
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L’equo compenso diventa legge dello Stato

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Nella giornata del 12 aprile scorso, la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge sull'equo compenso per le prestazioni professionali (338-B). In virtù della nuova legge, i professionisti che accetteranno compensi non conformi ai parametri dell'equo compenso potranno essere sanzionati da Ordini e Collegi professionali. Si attende l...
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Pubblica Amministrazione ed equo compenso: interpretazioni della normativa

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Il Consiglio di Stato si è espresso, interpretando la normativa sull'equo compenso, attraverso la sentenza 2084/2023: il compenso deve essere equo solo se per l'incarico è prevista una retribuzione. Il caso studio esaminato dal CdS è incentrato sui servizi di consulenza giuridica, ma le conclusioni risultano essere valide anche per l'affidamento di...
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Equo compenso: approvato il ddl dal Senato

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La Commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge sull'equo compenso. In contemporanea, il Governo ha fornito parere positivo a 4 ordini del giorno che comprendono la richiesta di eliminazione delle sanzioni per i professionisti che in fase contrattuale non stabiliscono un equo compenso per le loro prestazioni professionali. Il d...
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Codice Appalti: richiesto un periodo transitorio

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Le Commissioni Ambiente di Camera e Senato hanno fornito il proprio parere al Governo, sul nuovo Codice Appalti, con diverse osservazioni: 97 osservazioni contenute nel documento del Senato e 84 provenienti dalla Camera. All'interno di tali osservazioni fornite, spicca in modo particolare la richiesta di un periodo transitorio per l'applicazione de...
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Equo compenso garantito ai professionisti

Equo compenso garantito ai professionisti
Sono stati stanziati 150 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, per garantire l'equo compenso ai professionisti. Tale somma verrà attinta dal Fondo per esigenze indifferibili di cui al comma 200 della Legge di Bilancio 2015. Il relativo emendamento al disegno di legge 3179 in materia di equo compenso delle prestazioni professionali (ddl Meloni...
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Marche: pubblicata la legge sull’equo compenso

Marche: pubblicata la legge sull’equo compenso

Lo scopo della L.R. Marche 38/2019 è garantire per i liberi professionisti un equo compenso proporzionato alla quantità, qualità e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione resa, ma anche rispetto ai parametri applicabili alla professione svolta nello specifico.

È stata pubblicata nel BURM 28/11/2019, n. 93 la L.R. Marche 18/11/2019, n. 38 che attribuisce alle istituzioni regionali e alla Pubblica amministrazione il compito di perseguire la finalità di promuovere e valorizzare le attività professionali, anche attraverso il riconoscimento ad un equo compenso.

Il compenso dovrà necessariamente essere proporzionato alla quantità, alla qualità, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione resa, oltre che conforme ai parametri applicabili alla specifica professione, così come stabilito anche dal legislatore nazionale.
Gli stessi parametri dovranno essere utilizzati, quale criterio o base di riferimento, ai fini dell’individuazione dell’importo da porre a base di gara e nei contratti di incarico professionale non dovranno essere inserite clausole vessatorie.

MISURE PREVISTE - La legge prevede che entro il 31 marzo di ogni anno la Giunta regionale dovrà sottoporre all’Assemblea legislativa una relazione che ricomprenda i risultati dell’attività di monitoraggio. Viene previsto, inoltre, che la Regione promuova l’adozione da parte degli Enti locali di misure atte a garantire quanto stabilito dall’intervento legislativo in questione.

 



Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Equo compenso, è tempo di Legge nazionale

Equo compenso, è tempo di Legge nazionale

LAVORO, FONDAZIONE INARCASSA: SODDISFATTI PER EQUO COMPENSO IN ABRUZZO
Il Presidente Comodo: “Urge legge nazionale”


La Fondazione architetti e ingegneri liberi professionisti iscritti ad Inarcassa – plaude alla legge sull'Equo Compenso, "Disposizioni in materia di tutela delle prestazioni professionali e di equo compenso", votata questa mattina dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo. Firmatari della proposta sono il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri e il presidente della Terza Commissione, Emiliano Di Matteo. Dopo l’adozione di una legge in tema di equo compenso da parte di numerose regioni, ultima in ordine di tempo il Lazio, è ormai evidente come sia necessario spostare il dibattito sull’Equo compenso anche a livello nazionale. Tema già avanzato in occasione dell’incontro promosso a marzo dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, in collaborazione con Fondazione Inarcassa.
 
“Siamo molto soddisfatti che anche l’Abruzzo si sia dotato di una legge che tuteli il lavoro e le prestazioni dei liberi professionisti nel settore edile” ha commentato il presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo che ha poi aggiunto: ”la continuità e la sensibilità dimostrata da molte regioni nel sostenere una legge così importante per la dignità lavorativa delle libere professioni, ci fa ben sperare che l’Equo Compenso possa finalmente diventare centrale nell’agenda politica del Governo, così da affermare questo principio anche a carattere nazionale: chiediamo uno sforzo alle forze politiche perché questa legge significa, prima di tutto, garanzia della qualità dei servizi erogati ai cittadini.”

Confronto Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali e Fondazione Inarcassa: necessaria legge nazionale su equo compenso per i professionisti

Confronto Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali e Fondazione Inarcassa: necessaria legge nazionale su equo compenso per i professionisti

Si è tenuto il 5 marzo a Roma l’incontro promosso dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, in collaborazione con Fondazione Inarcassa, la Fondazione Architetti e Ingegneri liberi professionisti iscritti ad Inarcassa. Al centro della riunione, la necessità della definizione a livello nazionale di una legge in materia di equo compenso per la tutela dei professionisti, la difesa della dignità delle libere professioni e per la qualità del loro lavoro e il futuro del nostro Paese.
Sulla scorta delle positive esperienze delle Regioni Toscana, Puglia, Calabria e Sicilia – che hanno approvato specifiche leggi regionali in materia di equo compenso – l’incontro è stata l’occasione dunque per la discussione di una proposta di legge, da incardinare a livello nazionale, in materia di equo compenso per i liberi professionisti.
A prendere parte all’incontro sono stati per le Assemblee regionali Vito Santarsiero Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, Arturo Bova Consigliere della Calabria, Giovanni Malanchini Consigliere Segretario della Lombardia, Gianluca Cefaratti Vice Presidente del Consiglio regionale del Molise e Maurizio Colman Consigliere del Veneto.
Per la Fondazione Inarcassa il Presidente Egidio Comodo, il Consigliere Antonio Guglielmini e l’Avv. Michele Mammone.
Sono intervenuti il Vice Presidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) e i deputati Chiara Gribaudo (Partito Democratico) e Luca Pastorino (LEU) che hanno confermato il loro personale impegno a continuare a seguire il tema, del quale si sono occupati e si stanno occupando, auspicando che possa rientrare quanto prima nell’agenda dei lavori parlamentari. Hanno, inoltre, espresso apprezzamento per l’iniziativa l’on. Andrea Mandelli (FI) e il sen. Agostino Santillo (M5S).
“Quella che stanno vivendo gli ingegneri e architetti liberi professionisti è una situazione economica ed occupazionale estremamente preoccupante. Dal 2007 al 2016 la contrazione reddituale degli ingegneri e architetti liberi professionisti è stata del 32% per gli under 40 e del 47% per gli over 40. Ma sono comunque i giovani i più colpiti, se pensiamo che il reddito di un giovane professionista under 40 si attesta a malapena sui 14 mila euro annui. L’abrogazione dei tariffari minimi e la grave crisi economica degli ultimi anni hanno deteriorato fortemente la condizione dell’intera categoria. Senza considerare la pratica dell’offerta economica al massimo ribasso e l’assenza di parametri che giudichino l’equità del compenso previsto che hanno determinato un impoverimento della competitività, con inevitabili ripercussioni sulla qualità delle prestazioni erogate ai cittadini” ha detto il Presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo.
“È importante che si possa arrivare ad una legislazione nazionale che faccia sintesi dell’accelerazione che è venuta dalle Regioni – ha detto il Presidente Santarsiero – e che contenga i tre principi cardine delle leggi regionali in materia di equo compenso: la tutela delle professioni, la qualità della prestazione e la lotta all’evasione fiscale”.

Equo compenso professionisti 2018 come funziona

Equo compenso professionisti 2018 come funziona

Come funziona l'equo compenso professionisti 2018? L'equo compenso professionisti 2018, funziona così: in base a quanto previsto dalla legge di conversione del decreto fiscale, è stabilito che tutti i professionisti hanno diritto ad un compenso minimo al di sotto del quale non si può scendere. Tale equo compenso, ovviamente, deve essere «proporzionato alla qualità e quantità del lavoro».

l criteri in base a quali verrà definito il valore economico delle prestazioni professionali ed il limite al di sotto del quale non si potrà scendere, non verranno stabiliti in maniera assoluta ma ci sarà sempre la possibilità di derogarli qualora vi sia un accordo tra le parti.

La nuova disposizione contenuta del Decreto fiscale 2018, oltre all'equo compenso per i professionisti, prevede anche l'introduzione di 9 clausole vessatorie in base alle quali il professionista può richiedere l'annullamento del contratto entro 2 anni dalla firma ferma restando la possibilità di mantenere valido il rapporto di lavoro.

Tra le 9 clausole vessatorie che consentono al professionista di impugnare il contratto, c'è ad esempio:

  • l'anticipo delle spese a carico esclusivo del professionista;
  • tempi di pagamento delle fatture oltre 60 giorni;
  • possibilità di modificare il contratto unilateralmente, ossa, solo da parte del committente;
  • l'imposizione al dover rinunciare al rimborso delle spese ecc.

Si ricorda che in caso presenza di clausole vessatorie, la nullità del contratto può essere fatta valere solo dal professionista e non si estende al resto del contratto.

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Equo compenso, i professionisti serrano le fila: "Senza tariffe, hanno perso i giovani"

Equo compenso, i professionisti serrano le fila: "Senza tariffe, hanno perso i giovani"

Una manifestazione e un nuovo soggetto per rappresentare le categorie. Ribaltato il presupposto Antitrust secondo il quale si restringerebbe il mercato a discapito dei più giovani

Una manifestazione per difendere il diritto all'equo compenso, inserito del decreto fiscale ma bocciato da un parere (non vincolante) dell'Antitrust. L'occasone per battezzare, al teatro Brancaccio di Roma, un nuovo soggetto per aggregare Ordini, Casse previdenziali ed associazioni di lavoratori autonomi: si chiama "Alleanza professionisti per l'Italia", iniziativa voluta dai vertici del Comitato unitario delle professioni (Cup) e della Rete delle professioni tecniche (Rtp), Marina Calderone ed Armando Zambrano.

I professionisti italiani fanno quadrato per assicurarsi che il principio dell'equo compenso passi indenne all'esame parlamentare, dove il decreto che lo contiene è blindato dalla fiducia. Le professioni italiane, si legge nel manifesto, "rappresentano una risorsa strategica per il Paese, in termini di tutela dei diritti dei cittadini, cultura, competenze, garanzie di legalità" e la platea di coloro che sono riuniti in Ordini e Collegi è di "2,3 milioni" di persone. I servizi forniti dai non dipendenti, inoltre, "producono l'11% del Prodotto interno lordo".

All'evento romano, oltre ai numeri uno di decine di Ordini e di diverse associazioni di categoria, hanno preso parte (con interventi video, o salendo sul palco del teatro di via Merulana) i presidenti di alcuni Enti previdenziali ed una serie di parlamentari di diverse formazioni politiche (dal senatore Maurizio Sacconi di Epi alla deputata di Si Serena Pellegrino, dalla deputata del Pd Chiara Gribaudo al deputato del M5s Davide Crippa, solo per citarne alcuni), esprimendosi sulla battaglia condotta dai professionisti per arrivare alla determinazione di un equo compenso, ad oltre dieci anni dall'abolizione delle tariffe professionali, decisa attraverso le Liberalizzazioni dell'allora ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani.

Tra i numeri portati a sostegno dell'esigenza di un equo compenso, mentre la cronaca segnala sempre più casi di bandi pubblici per consulenze professionali al costo simbolico di 1 euro, quelli degli Ingegneri su chi abbia pagato di più il costo delle "lenzuolate" bersaniane. "A dispetto di quanto affermato dall'Antitrust a subire la maggiore penalizzazione sono stati i giovani e le donne. I giovani dai 25 ai 30 anni hanno perso l'8,4% del loro reddito professionale medio, quelli dai 30 ai 35 il 14,9%, quelli dai 35 ai 40 il 19,4%. Quanto alle professioniste hanno lasciato sul terreno il 9,5%. Fatto 100 il reddito dei professionisti dai 55 ai 60 anni, nel 2015 hanno accresciuto la loro quota di reddito solo quelli della fascia immediatamente precedente (dai 50 ai 55) che hanno raggiunto il 93,9% del reddito dei più anziani (+2,6%). I professionisti dai 35 ai 40 si attestano sul 47,7% (-4,8%) e quelli dai 30 ai 35 sul 34,4% del reddito dei colleghi più anziani (-1,5%). In sostanza, i professionisti dai 50 anni in su hanno guadagnato reddito. Tutti quelli più giovani guadagnano meno rispetto al 2007".

Il tutto in un contesto difficile per il reddito dei professionisti. Il Centro studi Cni scandisce: "Si dice che la politica delle 'lenzuolate' abbia contribuito ad incrementare il reddito dei professionisti. Indicativo il caso degli avvocati passati da 7,1 miliardi di euro nel 2007 a 8,41 miliardi nel 2015. Peccato, però, che nel frattempo il numero complessivo dei professionisti sia notevolmente cresciuto, di gran lunga più del monte dei redditi: da 1,28 a 1,48 milioni. Di conseguenza, il reddito medio dei professionisti italiani nel 2015 è sceso a 33.954 euro procapite: con una perdita secca dell'8,6% rispetto al 2007".

fonte: repubblica.it

Fondazione Inarcassa: bene jobs act autonomi, ma mancano equo compenso e garanzia pagamenti

Fondazione Inarcassa: bene jobs act autonomi, ma mancano equo compenso e garanzia pagamenti

“L’approvazione del Jobs act degli autonomi è una notizia che non possiamo che accogliere con soddisfazione”.

Con queste parole Andrea Tomasi, Presidente di Fondazione Inarcassa (braccio operativo sui temi della professione creato da Inarcassa), commenta l'approvazione, nel Consiglio dei Ministri di giovedì 28 gennaio, del testo che riforma il lavoro di professionisti e partite Iva.

“Il provvedimento è certamente sintomo di una rinnovata attenzione riservata dal Governo al mondo delle partite iva e delle professioni ordinistiche. Un’attenzione confermata dalla nomina del Professor Tommaso Nannicini a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio col compito, tra l’altro, di lavorare al disegno di legge dedicato ai lavoratori autonomi, così come anticipato dal Premier Renzi.”

“Tuttavia - prosegue Tomasi - ci spiace constatare che il testo del Governo non affronti due questioni di centrale rilevanza per i lavoratori autonomi e quindi anche per i liberi professionisti: il riconoscimento dell’equo compenso e l’introduzione di forme di garanzia per il pagamento delle prestazioni. Temi questi chiave, soprattutto perché il fine del disegno di legge è quello di tutelare il lavoro autonomo, affermandone finalmente la giusta dignità. La ratio stessa del provvedimento risulterebbe, quindi, frustrata se nel corso dell’iter legislativo non trovassero cittadinanza tali punti. E’ una questione di principio, in quanto si tratta di profili che una disciplina organica del lavoro autonomo non può non affermare. E’ finalmente la giusta occasione per predisporre un sistema di tutele per i lavoratori autonomi che si avvicini a quello del lavoro dipendente. Per questo ci auguriamo che Governo e Parlamento continuino a dimostrare la disponibilità al dialogo con le categorie interessate e i professionisti coinvolti, al fine di migliorare ulteriormente il testo in sede di dibattito parlamentare”.