Natura pertinenziale di una piscina rispetto al complesso delle opere autorizzate

Natura pertinenziale di una piscina rispetto al complesso delle opere autorizzate

Il Consiglio di Stato ha chiarito che appare erroneo attribuire un valore esclusivo ed autonomo alla realizzazione di una piscina e al suo collocamento all'interno di un compendio, quando l’impatto del manufatto deve essere considerato nel contesto complessivo delle opere autorizzate dal permesso di costruire.

FATTISPECIE
Nel caso di specie, il Comune di Genova aveva ordinato la demolizione di alcune opere e precisato, tra l’altro, che la piscina e i relativi locali accessori configuravano opere in totale difformità dal titolo edilizio in quanto realizzati su area diversa rispetto a quella rappresentata in progetto e con dimensioni diverse.
Il TAR precisava poi che la diversa localizzazione del manufatto e le sue maggiori dimensioni erano sufficienti a configurare la realizzazione di opere in totale difformità che, in quanto tali, rendevano doverosa l’applicazione della sanzione demolitoria.

La ricorrente sosteneva invece che la localizzazione della piscina realizzata in prossimità della localizzazione progettuale originaria doveva essere considerata in un contesto complessivo, visto che l’oggetto del permesso di costruire era tutto il parco di una villa monumentale e la sistemazione delle aree interne, rispetto alle quali la piscina e la sua positura all’interno del compendio costituivano elementi pertinenziali di minor rilevanza.

PRINCIPI DI DIRITTO E CONCLUSIONI
Il Consiglio di Stato, con la Sent. C. Stato 01/10/2019, n. 6576, ha precisato che in una ottica di proporzionalità o normalità, che è sempre presente nella valutazione giurisdizionale sulla natura pertinenziale delle opere, appare erroneo attribuire un valore esclusivo ed autonomo alla realizzazione della piscina e al suo collocamento all’interno del compendio, quando complessivamente l’impatto del manufatto deve essere mediato con la considerazione complessiva delle opere autorizzate dal permesso di costruire.

Pertanto, la natura pertinenziale di una piscina, collocata in una proprietà privata e posta al servizio esclusivo della stessa, determina l’inapplicabilità della regola demolitoria valevole per le variazioni essenziali, dovendo invece imporre una considerazione in concreto della procedura da adottare, una volta assodata la reale natura delle opere.

 


Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Norme europee per migliorare la sicurezza delle infrastrutture stradali

Norme europee per migliorare la sicurezza delle infrastrutture stradali

Pubblicata nella GUUE 26/11/2019, n. L 305 la Direttiva 2019/1936 che modifica la Direttiva 2008/96/CE sulla gestione delle sicurezza delle infrastrutture stradali.

La Direttiva apporta numerose modifiche alla Direttiva 2008/96/CE, attuata in Italia dal D. Leg.vo 15/03/2011, n. 35, con lo scopo di ridurre sensibilmente gli incidenti stradali attraverso una migliore progettazione e manutenzione di strade, gallerie e ponti, e di garantire un livello sistematicamente elevato di sicurezza stradale su tutta la rete TEN-T e sulla rete di autostrade e strade principali nell’Unione. Le nuove disposizioni contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi strategici fissati a livello europeo di diminuire il numero di vittime della strada e avvicinarsi all’azzeramento degli incidenti mortali entro il 2050.

Tra le principali novità si segnala:
- l’estensione del campo di applicazione della Direttiva 2008/96/CE alle autostrade e alle altre strade principali dell’Unione oltre la rete transeuropea di trasporto (TEN-T);
- l’introduzione dell’obbligo per Stati membri di effettuare ispezioni periodiche e la valutazione della sicurezza stradale almeno ogni cinque anni;
- l’obbligo di tenere sempre in considerazione le esigenze dei pedoni, dei ciclisti e degli altri utenti vulnerabili (non motorizzati) della strada nelle procedure di gestione della sicurezza stradale;
- il miglioramento della segnaletica stradale;
- l’accessibilità al pubblico delle specifiche tecniche relative alla sicurezza per gli appalti pubblici svolti nel settore dell’infrastruttura stradale.

La Direttiva entra in vigore il 16/12/2019 e dovrà essere recepita entro il 17/12/2021.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Il Consiglio di Stato fornisce chiarimenti sul criterio c.d. vuoto per pieno

Il Consiglio di Stato fornisce chiarimenti sul criterio c.d. vuoto per pieno

Come è noto l'art. 3 del D.M. 02/04/1968, n. 1444 impone che ad ogni abitante siano assicurati mediamente 25 mq di superficie lorda abitabile, pari a circa 80 mc "vuoto per pieno", eventualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq (pari a circa 20 mc "vuoto per pieno") per le destinazioni non specificamente residenziali ma strettamente connesse con le residenze (negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, etc.).

Secondo il Consiglio di Stato il c.d. criterio del “vuoto per pieno” (ossia il volume totale dello spazio compreso tra le pareti esterne, il pavimento più basso e la copertura, misurato all'esterno) richiamato dal suddetto art. 3 riguarda la volumetria complessiva lorda di una costruzione e, in linea di principio, non esclude alcuno spazio e/o superficie. L’unico temperamento ad esso è costituito dalla nozione di “volume tecnico”, espressione con la quale si fa riferimento esclusivamente a quei volumi che sono realizzati per esigenze tecnico-funzionali della costruzione (per la realizzazione di impianti elettrici, idraulici, termici o di ascensori), che non possono essere ubicati all'interno di questa e che sono del tutto privi di propria autonoma utilizzazione funzionale, anche potenziale.

Al riguardo i giudici, nel ribadire che soltanto i locali tecnici sono esclusi dal calcolo della volumetria ammissibile, hanno richiamato, tra l'altro, la circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 2474 del 31/01/1973, recante la “Definizione dei volumi tecnici ai fini del calcolo della cubatura degli edifici”, secondo la quale devono intendersi per volumi tecnici, ai fini della esclusione dal calcolo della volumetria ammissibile, i volumi strettamente necessari a contenere ed a consentire l'accesso di quelle parti degli impianti tecnici (idrico, termico, elevatorio, televisivo, di parafulmine, di ventilazione, etc.) che non possono per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti stessi, trovare luogo entro il corpo dell'edificio realizzabile nei limiti imposti dalle norme urbanistiche.

 

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Contributi ai comuni in zona sismica per adeguamento antisismico e messa in sicurezza

Contributi ai comuni in zona sismica per adeguamento antisismico e messa in sicurezza

Ai comuni compresi nelle zone a rischio sismico sono stati attribuiti contributi per spese di progettazione definitiva ed esecutiva, nel limite di 29.735.043 euro per l’anno 2019, relative ad interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico di immobili pubblici e messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico.

Il Decreto del Ministero dell'interno del 18/11/2019 - il cui comunicato è stato pubblicato nella G.U. del 26/11/2019, n. 277 - assegna ai comuni compresi nelle zone a rischio sismico 1 e 2 contributi, pari a 29.735.043 euro per l’anno 2019, per interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico di immobili pubblici e messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico.

Si ricorda che l'art. 41-bis del D.L. 24/04/2017, n. 50 (convertito in legge dalla L. 21/06/2017, n. 96, ed in seguito modificato dall'art. 17-quater del D.L. 148/2017) prevede l'assegnazione di contributi ai comuni compresi nelle zone a rischio sismico 1 e 2 (di cui all’Ord. P.C.M. 28/04/2006, n. 3519) per la copertura delle spese di progettazione definitiva ed esecutiva relativa ad interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico di immobili pubblici e messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico, nel limite complessivo di 55 milioni di euro per il biennio 2018-2019.

L’ordine di priorità ai fini della determinazione dell’ammontare del contributo è il seguente:
a) progettazione per investimenti riferiti ad interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico degli immobili pubblici costruiti con calcestruzzo prima del 1971 o in muratura portante. In tal caso il finanziamento riguarda anche le spese di verifica della vulnerabilità sismica, da effettuare contestualmente alla progettazione;
b) progettazione per investimenti riferiti ad interventi di miglioramento e di adeguamento antisismico degli immobili pubblici sulla base di verifica della vulnerabilità sismica già effettuata;
c) progettazione per interventi di messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico.

Il D. Min. Interno 18/04/2019 aveva approvato il modello di certificazione informatizzato per l'anno 2019, con il quale i comuni dovevano comunicare la richiesta di contributo, e fissato modalità e termini di trasmissione per la validità della certificazione (che coincidevano con quelli già previsti dall’art. 41-bis del D.L. 50/2017).

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Messa in sicurezza di edifici e territorio: le misure previste nel DDL bilancio 2020

Messa in sicurezza di edifici e territorio: le misure previste nel DDL bilancio 2020

In materia di infrastrutture, il DDL bilancio 2020 prevede una serie di misure finalizzate ad incrementare le risorse assegnate a comuni, province, città metropolitane e regioni per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza di edifici e territorio.

L'art. 8 del disegno di Legge di bilancio 2020 (bozza del 02/11/2019), tra l'altro,

- prevede per gli anni dal 2020 al 2024, l'assegnazione ai comuni, nel limite complessivo di 500 milioni di euro annui, contributi per investimenti destinati ad opere pubbliche in materia di efficientamento energetico - ivi compresi interventi volti all'efficientamento dell'illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, nonché all'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili - e sviluppo territoriale sostenibile - ivi compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, nonché interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche;
- modifica la disciplina, già recata dalla Legge di bilancio 2019 (L. 30/12/2018, n. 145), relativa alla concessione ai comuni di contributi per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, al fine di incrementare gli stanziamenti finalizzati alla concessione dei contributi ed includere tra le opere finanziabili anche quelle volte all'efficientamento energetico degli edifici;
- istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un fondo per in comuni con una dotazione di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034, per il rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale del Paese, in particolare nei settori di spesa dell’edilizia pubblica, inclusi manutenzione e sicurezza ed efficientamento energetico, della manutenzione della rete viaria, del dissesto idrogeologico, della prevenzione del rischio sismico e della valorizzazione dei beni culturali e ambientali;
- prevede l'assegnazione ai comuni di contributi al fine di favorire gli investimenti per spesa di progettazione definitiva ed esecutiva, relativa ad interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade;
- prevede la concessione di contributi aggiuntivi destinati a province e città metropolitane, per il periodo 2018-2034, per il finanziamento degli interventi relativi a programmi straordinari di manutenzione della rete viaria nonché degli interventi relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza delle strade e di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole;
- incrementa le risorse destinate alle regioni a statuto ordinario per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio.

Inoltre, l'art. 66 del DDL bilancio 2020 istituisce il Fondo per gli investimenti nelle isole minori, per il finanziamento di progetti di sviluppo infrastrutturale o di riqualificazione del territorio dei comuni delle isole minori.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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La pergotenda con pannelli laterali di vetro retrattili non necessita di titolo edilizio

La pergotenda con pannelli laterali di vetro retrattili non necessita di titolo edilizio

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che la pergotenda in plastica ritraibile con pannelli laterali di vetro scorrevole richiudibili a pacchetto non presenta caratteristiche tali da costituire un organismo edilizio rilevante e non necessità dunque di titolo abilitativo.

FATTISPECIE
La controversia ha ad oggetto il ricorso avverso l’ordine di demolizione degli interventi abusivi consistenti nella realizzazione di una pergotenda ritraibile di m 9 per m 4,30 di altezza variabile da m 2,60 a m 2,25 circa, comandata elettricamente, tamponata su due lati con pannelli di vetro scorrevole richiudibili a pacchetto.

PRINCIPI DI DIRITTO
In proposito, la Sent. C. Stato 14/10/2019, n. 6979 ha ricordato che, ai sensi del combinato disposto degli articoli 3 e 10, del D.P.R. 6/6/2001, n. 380, sono soggetti al rilascio del permesso di costruire gli “interventi di nuova costruzione”, che determinano una “trasformazione edilizia e urbanistica del territorio”, mentre una struttura leggera destinata ad ospitare pannelli retrattili in materiale plastico non integra tali caratteristiche.

Infatti, la pergotenda - la cui opera principale è la tenda e non l’intelaiatura - è un’opera che, pur non essendo destinata a soddisfare esigenze precarie, non necessità di titolo abilitativo in considerazione della consistenza, delle caratteristiche costruttive e della sua funzione.

La sentenza richiama anche l’allegato al D. Min. Infrastrutture e Trasp. 02/03/2018, avente ad oggetto il glossario contenente l'elenco non esaustivo delle principali opere edilizie realizzabili in regime di attività edilizia libera, il quale, al n. 50, include le pergotende tra gli interventi realizzabili in regime di edilizia libera.

CONCLUSIONI
Nel caso di specie, dunque, l’appello è stato ritenuto fondato sotto il profilo concernente la qualificazione degli abusi in contestazione.

Infatti, il Consiglio di Stato ha concluso che la tenda, integrata alla struttura portante, non può considerarsi una “nuova costruzione”, anche laddove destinata a rimanere costantemente chiusa, posto che essa è in materiale plastico e retrattile, onde non presenta caratteristiche tali da costituire un organismo edilizio rilevante comportante trasformazione del territorio. Infatti la copertura e la chiusura perimetrale che essa realizza non presentano elementi di fissità, stabilità e permanenza, per il carattere retrattile della tenda e dei pannelli, onde, in ragione della inesistenza di uno spazio chiuso stabilmente configurato, non può parlarsi di organismo edilizio connotantesi per la creazione di nuovo volume o superficie.

Infine, con riferimento al fatto che il terrazzo risultava arredato con tavoli e sedie da giardino e sono stati installati due climatizzatori, la sentenza ha rilevato che in termini di delimitazione della nozione di pergotenda, con i caratteri predetti risulterebbero incompatibili i condizionatori e\o i climatizzatori, di cui, peraltro, nel caso di specie la p.a., premessa l’irrilevanza di ingombro edilizio, non ne ha accertato e dimostrato l’allaccio ed il funzionamento.
Se quindi nel caso di specie non risultano provati l’allaccio ed il funzionamento dei climatizzatori, in linea generale va precisato come sia evidente che gli stessi apparecchi, laddove funzionanti, darebbero vita ad uno spazio destinato ad un utilizzo ben più ampio e continuativo rispetto alla nozione di transitorietà e precarietà della vera e propria pergotenda.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Acquisti pubblici: Decreto sulle prestazioni oggetto delle convenzioni Consip in G.U.

Acquisti pubblici: Decreto sulle prestazioni oggetto delle convenzioni Consip in G.U.

In tema di acquisti pubblici, le caratteristiche essenziali delle prestazioni principali oggetto delle convenzioni stipulate da Consip S.p.a. sono definite con il Decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 21/10/2019, pubblicato nella G.U. del 20/11/2019, n. 272.

Il D. Min. Economia e Fin. 21/10/2019, in attuazione dell’art. 1, comma 507, della L. 208/2015, definisce nel suo Allegato le caratteristiche essenziali delle prestazioni principali oggetto delle convenzioni per l'acquisto di beni e servizi di cui all’art. 26 della L. 23/12/1999, n. 488.

Resta ferma la definizione delle caratteristiche essenziali delle prestazioni principali di cui al D. Min. Economia e Fin. 28/11/2017 ed al D. Min. Economia e Fin. 21/10/2019.

Con successivo decreto saranno individuate le caratteristiche essenziali delle prestazioni principali relative ad eventuali ulteriori convenzioni.

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecniche
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Edilizia: nuovi prodotti ecosostenibili con vecchi pneumatici e cavi elettrici

Edilizia: nuovi prodotti ecosostenibili con vecchi pneumatici e cavi elettrici

Nuovi prodotti ecosostenibili per l’edilizia, come piastrelle, intonaci e malte, ricavati da pneumatici fuori utilizzo (PFU in gergo) e cavi elettrici dismessi, saranno realizzati nell’ambito di due progetti del valore complessivo di oltre 1,1 milioni di euro che vedono ENEA collaborare con l’Università della Calabria e due aziende calabresi. Si tratta dei progetti PFU PREDECORE, coordinato dalla società Gatim srl e PVC UpCycling coordinato da R.ED.EL. srl.

Il progetto PFU PREDECORE (PRemiscelati per l’EDilizia ECOcompatibili e a Risparmio Energetico) mira a realizzare intonaci malte e colle con premiscelati a base di PFU in sostituzione di un materiale aggregante tradizionale come la sabbia. Le attività consisteranno nella caratterizzazione fisica, chimica e meccanica dei manufatti, valutazione di durabilità e proprietà isolanti e allestimento di un impianto pilota su scala semi-industriale.
“L’importanza di questo progetto è duplice: da una parte consente di ottenere prodotti a basso impatto ambientale, caratterizzati da una matrice ad elevate prestazioni. Dall’altra offre la possibilità di incrementare notevolmente il valore economico del materiale PFU, aumentando di conseguenza la domanda e, quindi, valorizzando l’intera filiera che si occupa del recupero/trattamento”, sottolinea la responsabile ENEA del progetto Maria Bruna Alba.
Le attività sperimentali condotte presso i laboratori ENEA si sono concentrate sulla definizione della conducibilità termica e dell’isolamento acustico al fine di valutare le proprietà isolanti dei prodotti ottenuti. “Le caratteristiche termoacustiche dei manufatti realizzati con PFU sono risultate ampiamente soddisfacenti. Per quanto riguarda la capacità di isolamento termico, i campioni analizzati sono risultati di pari caratteristiche rispetto ad analoghi intonaci e malte isolanti presenti sul mercato. Dal punto di vista dell’isolamento acustico, invece, i manufatti realizzati con PFU si sono dimostrati più performanti, migliorando l’abbattimento acustico del 9%”, aggiunge Maria Bruna Alba.
Il secondo progetto, denominato PVC UpCycling, prevede di realizzare prodotti edili a basso impatto ambientale con PVC recuperato da cavi elettrici dismessi. Tre i principali ambiti: i rivestimenti per pavimentazioni esterne (piastrelle in PVC su massetto esistente), i piazzali carrabili (massetto armato con malta miscelata con granuli di PVC) e green parking (blocchi a spessore in PVC riciclato e giunti strutturali in PLA stampati in 3D).
L’ENEA ha sviluppato malte cementizie contenenti PVC riciclato studiandone gli aspetti meccanici, termici e di assorbimento dell’acqua. Inoltre ha realizzato prototipi in PVC e resina poliuretanica per il settore edilizio, conducendo test di durabilità, resistenza e tenuta del colore rispetto alla radiazione solare.
“In questo progetto mettiamo in campo le linee programmatiche prioritarie di ENEA, quali la valorizzazione, gestione e salvaguardia dell’ambiente, il recupero e riutilizzo di materiali in processi ecosostenibili e l’efficienza energetica, supportando aziende come R.ED.EL. che si prefiggono il triplice obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema produttivo, ampliare il proprio mercato con nuovi prodotti e potenziare la propria competitività sul lungo periodo”, spiega il ricercatore ENEA Corradino Sposato.

Beni culturali: primo monitoraggio hi-tech per Palazzo Chigi ai Castelli Romani

Beni culturali: primo monitoraggio hi-tech per Palazzo Chigi ai Castelli Romani

Primo monitoraggio hi-tech per valutare lo ‘stato di salute’ di quadri, affreschi, busti in marmo e pareti in cuoio di Palazzo Chigi di Ariccia (Roma). Un team di ricercatori ENEA ha messo in campo tecnologie avanzate per studiare il patrimonio artistico e culturale di questo celebre edificio che costituisce la quinta scenografica della monumentale piazza di Corte, progettata da Gian Lorenzo Bernini. I risultati saranno presentati domani durante l’evento “Le tecniche diagnostiche utilizzate a Palazzo Chigi di Ariccia” organizzato da ENEA (15 novembre - ore 15:30 - Palazzo Chigi - Piazza della Corte, Ariccia, Roma). Le attività condotte sulle opere di Palazzo Chigi rientrano nel progetto ADAMO (Analisi, DiagnosticA e MOnitoraggio), coordinato da ENEA e finanziato dal Distretto Tecnologico per i Beni Culturali della Regione Lazio, che punta a mettere a disposizione delle piccole e medie imprese del Lazio tecnologie diagnostiche per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali come quelli presenti lungo le vie consolari Appia e Tuscolana. Tra le tecniche di indagine, sono state utilizzate la fluorescenza indotta da laser e la spettroscopia Raman che hanno permesso di indagare le patine sui busti marmorei di scuola berniniana e di monitorare l’eventuale insorgenza di ‘efflorescenze’ sulle parti di opere d’arte in cui si è verificata una variazione di colore. Inoltre, ENEA ha messo in campo anche il sistema laser RGB-ITR che utilizza tre fasci di luce (rosso, verde e blu) per acquisire informazioni sul colore e la struttura di una superficie. Già impiegato per la Cappella Sistina e la Loggia di Amore e Psiche, il laser permette la ricostruzione in 3D di un’opera d’arte, acquisita a distanza fino a 30 metri - senza l’uso di ponteggi - per l’esame preliminare di eventuali danneggiamenti su cui intervenire tempestivamente: inoltre, non risente della scarsità o della variazione di luce e i bianchi sono bilanciati a qualsiasi distanza.

“I sistemi laser progettati nei nostri laboratori nascono dall’esigenza di supportare molti di quei casi studio che potrebbero comportare difficoltà nella fase diagnostica con le tecnologie oggi sul mercato. Grazie alla capacità di effettuare una rotazione completa di 360°, ad esempio, il sistema RGB-ITR ci ha permesso di ricostruire un grande ambiente come la sala di rappresentanza che ospita la serie dei cartoni preparatori dei mosaici della Cupola di S. Pietro realizzati da Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, il pittore tardomanierista da cui andò a bottega per quasi un anno un giovane Caravaggio”, spiega Massimiliano Guarneri del Laboratorio ENEA Diagnostiche e Metrologia.
Durante questa campagna di misure sono state acquisite con lo scanner anche due opere del pittore seicentesco Mario De Fiori - “Autoritratto” e “La Primavera” - che hanno presentato alcuni problemi di realizzazione dei relativi modelli 3D, a causa di riflessioni della luce delle sorgenti impiegate per illuminare la superficie pittorica. In queste misure è stato impiegato anche uno scanner IR-ITR, basato sulla stessa tecnologia dell’RGB-ITR ma con una sorgente laser di lunghezza d’onda differente, che ha permesso di rilevare ne “La Primavera” “pentimenti” finora sconosciuti, ossia alcune correzioni apportate in corso d’opera sulla tela.

Palazzo Chigi di Ariccia è una delle poche dimore storiche che conservano ancora parati in cuoio dipinti e decorati, che venivano utilizzati sia a scopo decorativo che per l’isolamento termico. Per questo tipo di materiale ENEA ha utilizzato un dispositivo portatile a radiazione THz, in grado di penetrare sotto la superficie di materiali non metallici, come appunto il cuoio. “Dalle misure preliminari condotte su campioni di parati, sia in laboratorio che direttamente nelle stanze del Cardinale, abbiamo rilevato ‘anomalie’ non visibili a occhio nudo, riconducibili a strati pittorici con pigmenti metallici, successivamente ricoperti con altri strati. Non è la prima volta che ‘testiamo’ l’efficacia del nostro prototipo: la nostra tecnologia è già stata impiegata presso il museo degli Uffizi a Firenze su un ‘affresco su tavella’ di Alessandro Gherardini, un famoso pittore vissuto all’inizio del 1700”, sottolinea Emilio Giovenale del Laboratorio ENEA di Sorgenti, Antenne e Diagnostiche.

CAM2 presenta il software As-Built Modeler per i professionisti dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni

CAM2 presenta il software As-Built Modeler per i professionisti dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni

Il percorso più rapido e diretto dalla realtà a qualsiasi sistema di progettazione



CAM2® (filiale italiana del gruppo FARO, quotato al NASDAQ: FARO), annuncia il lancio del nuovo software As-Built™ Modeler, una soluzione che rappresenta un notevole passo avanti nella conversione dei dati as-built in modelli CAD (Scan-To-CAD) e BIM (Scan-To-BIM) significativi.

Questo strumento software di nuova generazione è il primo nel suo genere. Consente a fornitori di servizi di scansione, artigiani e altri professionisti AEC di estrarre informazioni degli edifici, ad esempio la loro geometria CAD e BIM, dai dati di realtà 3D da utilizzare in qualsiasi sistema CAD disponibile sul mercato, anche in quelli che non supportano le nuvole di punti. Gli utenti beneficiano del metodo più veloce e diretto di visualizzare, gestire e valutare progetti di nuvole di punti di dimensioni illimitate, indipendentemente dalla loro origine. Il software As-Built™ Modeler offre funzionalità potenti e facili da usare in grado di accelerare la produttività della progettazione grazie a flussi di lavoro uniformi per creare modelli CAD estremamente accurati e di qualità assicurata, perfettamente integrabili nella soluzione as-built evitando rilavorazioni e permettendo quindi di risparmiare tempo e denaro.

Flussi di lavoro aperti per dati di realtà di qualsiasi tipo
Il software As-Built™ Modeler permette agli utenti di importare liberamente i dati di realtà as-built come nuvole di punti e mesh da CAM2 e da altre soluzioni di scansione senza alcun vincolo in termini di dimensione dei dati. Consente inoltre l'utilizzo di dati 3D a prescindere alla loro origine, ad esempio da laser scanner terrestri e mobili, droni e dispositivi di fotogrammetria, da visualizzare con un elevato livello di dettaglio in 2D, 3D e in realtà virtuale.

Trasmissione diretta in qualsiasi sistema CAD
Misurazioni, coordinate e comandi autodefiniti come le macro possono essere trasmessi direttamente in Word, Excel e nei sistemi CAD supportati, consentendo ai professionisti AEC di continuare a utilizzare i propri sistemi di progettazione, ma con maggiore efficienza. Alcuni esempi di sistemi di progettazione di destinazione sono Allplan®, BricsCAD®, Dietrichs CAD®, HiCAD®, Rhino 3D® e molti altri. Strumenti di estrazione completamente automatici permettono di trasmettere in modo semplice ed estremamente rapido le informazioni pertinenti sull'edificio, un'operazione che in precedenza doveva essere effettuata manualmente con grande dispendio di tempo.

Strumenti di valutazione intuitivi e facili da usare
Strumenti di valutazione potenti consentono agli utenti di estrarre facilmente le regioni planari di situazioni complesse dalle nuvole di punti e di intersecarle in modelli a superficie chiusa, per poi essere esportate in qualsiasi sistema CAD grazie al supporto dei formati di file più comuni. Il software As-Built™ Modeler facilita la creazione di sezioni e strati da nuvole di punti, estrae automaticamente modelli di linee e genera ortoimmagini per la creazione di planimetrie, prospetti e facciate. Bastano pochi clic per misurare rapidamente distanze, aree e volumi.

Progetti dall'aspetto accattivante
Con la creazione di rendering video e video fly-through dai dati importati e modellati è possibile generare visualizzazioni di grande effetto dello stato del progetto e di progettazioni di retrofitting che possono essere facilmente condivise con tutti i partner coinvolti.

"Il nuovo software As-Built™ Modeler rappresenta un altro contributo significativo alla semplificazione e all'accelerazione dei flussi di lavoro Scan-To-CAD e Scan-To-BIM dei nostri clienti AEC grazie alla possibilità di convertire i dati di realtà in qualsiasi sistema di progettazione, riducendo drasticamente i tempi e gli sforzi richiesti", dichiara Matthias Koksch, Director Product Management Construction BIM. "Ottimizzato in base alle esigenze dei nostri clienti, si tratta di una soluzione software unica adatta a tutti: compatibile con i dati di realtà as-built di qualsiasi dimensione e origine, fornisce strumenti di valutazione potenti a un prezzo ragionevole. Oggi stiamo già lavorando sulle tecnologie di domani: nel prossimo futuro aggiungeremo flussi di lavoro Open BIM e metodi di intelligenza artificiale al software As-Built™ Modeler. Si tratta di importanti passi avanti nell'evoluzione dell'ecosistema esclusivo di CAM2, costituito da soluzioni hardware e software strettamente integrate e di prim'ordine".
           
Le informazioni presenti in questo comunicato stampa contengono affermazioni previsionali ai sensi del Private Securities Litigation Reform Act del 1995 soggette a rischi e incertezze, come per esempio le affermazioni riguardanti la domanda e l'accettazione del cliente dei prodotti CAM2 nonché lo sviluppo e il lancio dei prodotti CAM. Affermazioni che non sono fatti storici o che descrivono i programmi, gli obbiettivi, le proiezioni, le aspettative, le supposizioni, le strategie e gli scopi dell'Azienda sono da intendersi come affermazioni previsionali. Inoltre, espressioni quali "è", "sarà" e simili o discussioni inerenti ai piani di CAM2 o altre intenzioni sono da intendersi come affermazioni previsionali. Tali affermazioni previsionali non costituiscono garanzie per rendimenti futuri e sono soggette a rischi noti e ignoti, incertezze e altri fattori che potrebbero comportare una differenza materiale nei risultati, nei rendimenti o nelle realizzazioni effettive rispetto a quanto espresso, anche implicitamente, nelle affermazioni previsionali. Pertanto si avverte il pubblico di non porre fiducia indebita in dette affermazioni previsionali.

I fattori che potrebbero comportare una differenza materiale nei risultati effettivi rispetto a quanto espresso o previsto nelle affermazioni previsionali comprendono, ma non sono limitati a:
• lo sviluppo da parte di altri di prodotti, processi e tecnologie nuovi e migliorati che rendono i prodotti dell'Azienda meno competitivi od obsoleti;
• l'incapacità dell'Azienda di mantenere il proprio vantaggio tecnologico sviluppando nuovi prodotti e migliorando quelli esistenti;
• i declini economici o altri cambiamenti sfavorevoli, o mancate migliorie nelle industrie servite dall'Azienda o nelle economie nazionali o internazionali nelle zone in cui l'Azienda opera e altre condizioni economiche, commerciali e finanziarie generali; e
• gli altri rischi descritti nella Parte I, Articolo 1A. Fattori di rischio nella relazione annuale dell'Azienda nel modulo 10-K per l'anno conclusosi il 31 dicembre 2016 e nel modulo 10-Q per i trimestri conclusi il 31 marzo 2017 e il 30 giugno 2017.
Le affermazioni previsionali contenute in questo comunicato stampa rappresentano il giudizio dell'Azienda a partire dalla data del comunicato. L'Azienda non si assume alcun obbligo di aggiornare nessuna delle affermazioni previsionali in seguito a nuove informazioni, eventi futuri o altro, a meno che non previsto dalla legge.

Informazioni su CAM2

CAM2 è la fonte più affidabile al mondo per le tecnologie di misurazione 3D, imaging e progettazione. L'Azienda sviluppa e distribuisce sistemi di misura assistita da computer, dispositivi e software di imaging per i seguenti mercati:
• 3D Manufacturing - misurazione, imaging e comparazione 3D ad alta precisione di pezzi e strutture complesse nell'ambito dei processi di produzione e di controllo qualità  
• Construction BIM in ambito edile - acquisizione 3D di progetti edili e industriali as-built per documentare strutture complesse ed eseguire il controllo qualità, la pianificazione e la conservazione  
• Indagini forensi nell'ambito della sicurezza pubblica - acquisizione e analisi in loco dei dati del mondo reale per indagini su incidenti, crimini e incendi, pianificazione di attività di sicurezza ed erogazione di formazione in tema di realtà virtuale al personale addetto alla sicurezza pubblica  
• 3D Design – Acquisizione ed elaborazione di geometrie degli oggetti, delle persone e/o di ambientazioni per fini di progettazione e design nell’ambito dello sviluppo di prodotto, della computer grafica e delle applicazioni mediche e dentali
• Photonics – Sviluppo e commercializzazione di soluzioni di misura laser a tecnologia galvanometrica

La sede centrale di CAM2 è situata a Lake Mary, in Florida.  L'Azienda dispone anche di un centro per la tecnologia e di un impianto di produzione di circa 8.400 metri quadrati a Exton, in Pennsylvania, dove si effettuano ricerca e sviluppo, produzione e assistenza per le linee di prodotto CAM2 Laser Tracker e CAM2 Cobalt Array Imager. La sede regionale europea si trova a Stoccarda, in Germania, mentre quella della regione Asia Pacifico si trova a Singapore. CAM2 ha filiali negli Stati Uniti, Canada, Messico, Brasile, Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Turchia, Olanda, Svizzera, India, Cina, Malesia, Thailandia, Corea del Sud, Giappone e Australia.

La realizzazione di una scala interna non menzionata nella SCIA è punibile penalmente

La realizzazione di una scala interna non menzionata nella SCIA è punibile penalmente

La costruzione di una scala interna che collega due piani di un immobile originariamente separati costituisce reato se tale intervento non è previsto nella SCIA relativa ai lavori di accorpamento delle due preesistenti unità immobiliari.

FATTISPECIE
La proprietaria di un immobile sito in San Gimignano, presentava una s.c.i.a. in forza della quale eseguiva lavori di fusione di due preesistenti unità immobiliari; nell'esecuzione di tali lavori, veniva altresì realizzata, senza che fosse prevista nella s.c.i.a., una scala interna che collegava il piano terra al primo piano dell'immobile, composta da 15 gradini, della larghezza di mt. 0,80.

I profili di illegittimità dell'opera erano stati individuati sia nel fatto che la scala interna non era contemplata nella s.c.i.a., sia nella circostanza che la larghezza dei gradini della scala era inferiore di 20 cm. di quella minima di 1 mt.

PRINCIPI DI DIRITTO
La scala in esame era stata eseguita nell'ambito di lavori di ristrutturazione volti alla fusione di due unità immobiliari private di proprietà dell'imputata, senza che un tale intervento fosse in qualche modo finalizzato all'eliminazione di barriere architettoniche.

In proposito, la Sent. C. Cass. pen. 10/10/2019, n. 41598 ha affermato che la voce n. 30 del Glossario delle opere realizzabili in regime di attività di edilizia libera (approvato con il D. Min. Infrastrutture e Trasp. 02/03/2018) concerne l'eliminazione delle barriere architettoniche, essendo cioè consentita, tra l'altro, l'installazione, la riparazione, la sostituzione e il rinnovamento di rampe che non comportino la realizzazione di ascensori esterni o di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio. Non è riferibile a tale voce una scala eseguita nell'ambito di lavori di ristrutturazione volti alla fusione di due unità immobiliari private, senza che un tale intervento fosse in qualche modo finalizzato all'eliminazione di barriere architettoniche.

Ne discende l’esclusione della configurabilità dell’opera tra quelle realizzabili in regime di attività di edilizia libera e la coerente conclusione della sentenza impugnata circa la configurabiilità astratta della fattispecie ex art. 44, comma 2-bis, del D.P.R. 380/2001, essendo stata realizzata un'opera non prevista nel titolo abilitativo.

Inoltre, stante la violazione dello strumento normativo comunale, il mancato rispetto della larghezza minima dei gradini è stato ritenuto idoneo a integrare la contravvenzione di cui all'art. 44 comma 1 lett. a) del D.P.R. 380/2001.

Tuttavia, pur avendo ribadito la configurabilità del reato sotto il profilo oggettivo e soggettivo, e ciò anche in ragione della natura colposa della fattispecie, il giudice è pervenuto all'assoluzione dell'imputata, qualificando la sua condotta come occasionale e particolarmente tenue, in considerazione della tipologia e della modesta entità dell'opera in questione, eseguita peraltro nel contesto di lavori comunque previamente assentiti nella loro portata principale; per cui, pur potendo l'opera, stante la riscontrata violazione dimensionale, arrecare potenzialmente un pregiudizio alla tutela del territorio determinando situazioni di pericolo, tuttavia l'offesa in concreto è stata ritenuta qualificabile in termini di particolare tenuità, e ciò anche alla luce del fatto che si trattava di una scala interna di modesto impatto, inidonea peraltro a incidere su altrui proprietà.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Condominio, divisione giudiziale o volontaria dell’area adibita a parcheggio

Condominio, divisione giudiziale o volontaria dell’area adibita a parcheggio

La Corte di Cassazione, con la sentenza del 15/10/2019, n. 26041, si pronuncia in tema di divisione delle parti comuni dell'edificio con particolare riferimento ad un'area condominiale destinata al parcheggio.

Come è noto l’art. 1119, Cod. civ., prevede che le parti comuni dell'edificio non sono soggette a divisione, a meno che la divisione possa farsi senza rendere più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino “e con il consenso di tutti i partecipanti al condominio”. Queste ultime parole sono state aggiunte dall’art. 4 della L. 220/2012 di riforma del condominio.

Sulla materia si è pronunciata la Corte di Cassazione in una fattispecie in cui un condomino contestava la ripartizione - disposta dal Tribunale - di un’area condominiale adibita a parcheggio nonostante avesse manifestato il proprio dissenso. In particolare il ricorrente sosteneva che la modifica dell’art. 1119, Cod. civ. disposta dalla L. 220/2012 condizionasse la divisibilità delle parti comuni al requisito del consenso di tutti i condomini anche nel caso di divisione disposta dal giudice.

La Corte di Cassazione, rigettando il ricorso, ha premesso che la divisione delle cose comuni è materia sottratta alle competenze riconosciute all'assemblea dall'art. 1135, Cod. civ., per cui non può essere deliberata dalla volontà collettiva dei partecipanti in assemblea, ma che peraltro non si può escludere che con il consenso unanime dei condomini, raccolto non in una mera delibera, ma in una scrittura privata o atto pubblico ex art. 1350, Cod. civ., si possa procedere alla divisione.

Ciò posto la Corte ha si è soffermata poi sulla portata della modifica di cui alla L. 220/2012 distinguendo il caso di divisione volontaria e il caso di divisione giudiziaria e ritenendo che il requisito aggiunto dalla L. 220/2012 dell’unanimità dei consensi si riferisce solo alla divisione volontaria, avendo il legislatore utilizzato la congiunzione “e” in una "funzione essenzialmente disgiuntiva".

In conclusione i giudici hanno affermato che l'art. 1119, Cod. civ. come modificato dall'art. 4 della L. 220/2012, va interpretato nel senso che le parti comuni dell'edificio non sono soggette a divisione, a meno che, per la divisione giudiziaria, la divisione possa farsi senza rendere più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino e, per la divisione volontaria, non si sia concluso un contratto che riporti, in scrittura privata o atto pubblico (e quindi non con delibera assembleare), il consenso di tutti i partecipanti al condominio. Quest'ultimo requisito (inserito dal citato art. 4, L. 220/2012) non è richiesto per la divisione giudiziaria.

Ne consegue, da un lato, che la divisione giudiziaria può essere effettuata anche a prescindere dal consenso unanime e, d’altro lato, che la divisione volontaria risulterebbe ammessa - con il consenso di tutti i condomini espresso in una scrittura privata o in un atto pubblico - anche nel caso in cui l’uso delle cose comuni risultasse “più incomodo”.

Nel caso di specie, trattandosi di divisione giudiziaria, non era necessario il consenso di tutti i partecipanti al condominio e pertanto il ricorso è stato rigettato.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Piano operativo sport e periferie: modificata l'assegnazione annuale delle risorse

Piano operativo sport e periferie: modificata l'assegnazione annuale delle risorse

La Delibera 45/2019 del CIPE, pubblicata nella G.U. del 29/10/2019, n. 254, modifica l'articolazione finanziaria del Piano operativo sport e periferie, con una dotazione complessiva di 250 milioni di euro a valere sulle risorse del FSC 2014-2020.

Il Piano operativo sport e periferie, approvato con la Delibera 16/2018 del CIPE, ha per oggetto un programma nazionale di interventi finalizzati alla implementazione del patrimonio infrastrutturale sportivo nazionale, con particolare riguardo alle aree svantaggiate e alle zone periferiche urbane.

Le risorse del Fondo saranno destinate a finanziare interventi di:
a) ricognizione di impianti sportivi esistenti su tutto il territorio nazionale;
b) realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi finalizzati all’attività agonistica, localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane;
c) diffusione di attrezzature sportive nelle suddette aree, con l’obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti;
d) completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti da destinare all’attività agonistica nazionale e internazionale.

Al Piano operativo è assegnata una dotazione finanziaria complessiva di 250 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020.

Al fine di una più celere attivazione degli interventi, con la Delibera 45/2019 del CIPE è stata modificata l’articolazione finanziaria del Piano operativo sport e periferie - già approvato con Del. Cipe 16/2018 e modificato dalla Del. Cipe 10/2019 - come segue:

  • anno 2019: 45 milioni di euro (invariato);
  • anno 2020: 40 milioni di euro (in luogo di 25 milioni);
  • anno 2021: 60 milioni di euro (in luogo di 25 milioni);
  • anno 2022: 60 milioni di euro (in luogo di 25 milioni);
  • anno 2023: 25 milioni di euro (invariato);
  • anno 2024: 10 milioni di euro (in luogo di 20 milioni);
  • anno 2025: 10 milioni di euro (in luogo di 85 milioni).

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Innovation manager: approvato l'elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza

Innovation manager: approvato l'elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza

Con Decreto del Ministero dello sviluppo economico del 06/11/2019 è stato approvato l’elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali oggetto delle agevolazioni per sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI.

Con riferimento alla misura agevolativa per sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti d’impresa, con Decreto del Ministero dello sviluppo economico (MISE) del 06/11/2019 è stato approvato l’elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali oggetto delle agevolazioni.
Tale elenco è stato istituito ai sensi del Decreto del MISE del 07/05/2019 e formato sulla base delle informazioni fornite dagli istanti (con le le modalità e i termini per la presentazione delle domande previsti dal Decreto del MISE del 29/07/2019), e può essere aggiornato o riaperto, in considerazione delle esigenze connesse all’attuazione dello strumento agevolativo e sulla base delle risorse finanziarie disponibili.
Inoltre, il Ministero si riserva di modificare l’elenco sulla base di controlli, ovvero a seguito di istanza di parte.
Infine, si precisa che l’elenco si intende valido ai fini delle agevolazioni e non rappresenta, per i soggetti ivi iscritti, titolo qualificante per finalità ad esse estranee.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

La certificazione del sistema di gestione BIM

La certificazione del sistema di gestione BIM

ICMQ ha sviluppato una tecnica tramite un gruppo di esperti scelti in rappresentanza di tutte le parti interessate nella realizzazione di un’opera con il metodo Bim: stazioni appaltanti, progettisti, organismi di certificazione, utilizzatori finali dell’opera

Il Bim rappresenta un modo completamente diverso di approcciare la vita dell’edificio, o meglio dell’opera: è prima di tutto un modo nuovo di comunicare, si applica a tutta la vita dell’opera, progetto, realizzazione, manutenzione e demolizione, e il software è solo uno strumento per raggiungere il risultato atteso.I soggetti coinvolti nel processo di sviluppo e realizzazione di un’opera con il metodo Bim sono molteplici, ognuno con un proprio ruolo: dal committente e/o utilizzatore finale dell’opera ai progettisti e all’impresa di costruzioni.

Per quanto possa sembrare complicata e costosa, una volta superato l’impatto iniziale, l’applicazione del metodo Bim porta vantaggi a tutti gli attori coinvolti: il gestore dell’opera ha una raccolta organica di tutti i dati e le informazioni necessari per la gestione e la manutenzione, mentre progettisti e impresa dispongono di un formidabile strumento di coordinamento che, se ben utilizzato, consente di prevenire problemi e pianificare al meglio tutte le attività.

Per l’efficace applicazione del Bim è necessario che le persone coinvolte siano in possesso di un adeguato livello di conoscenza del metodo e degli strumenti.

Ma la competenza delle singole persone non è sufficiente a raggiungere i risultati attesi se queste non lavorano tutte insieme nell’ambito di un’organizzazione.

Nel gennaio del 2017 ICMQ ha sviluppato una specifica tecnica tramite un gruppo di esperti scelti in rappresentanza di tutte le parti interessate nella realizzazione di un’opera con il metodo Bim: stazioni appaltanti, progettisti, organismi di certificazione, utilizzatori finali dell’opera.

Il gruppo oltre a ICMQ ha visto la presenza di Ate, Buildingsmart, Cte, Enel, Italferr, Ministero delle Infrastrutture, Rfi, e ha sviluppato la specifica secondo la High Level Structure che Iso (ente di normazione a livello mondiale) ha definito per tutte le norme che trattano sistemi di gestione.

Ciò comporta, da un lato, che la sua implementazione è perfettamente integrabile con le certificazioni anzidette, di cui l’azienda potrebbe essere in possesso, e dall’altro che la specifica si basa su una struttura internazionalmente conosciuta e di comprovata efficacia.

Se l’azienda è già in possesso di un certificato Iso 9001 in cui potrebbe indicare l’uso del Bim perché dovrebbe implementare un sistema di gestione Bim secondo la specifica ICMQ?

Innanzitutto, la norma Iso 9001 ha l’obiettivo di assicurare che i processi aziendali siano strutturati e monitorati per garantire la soddisfazione del cliente finale, qualunque servizio o prodotto l’azienda realizzi, non entrando nel merito del “modo” in cui questo sia svolto.

La certificazione SG BIM ICMQ, pur lasciando libertà sul modus operandi, richiede all’azienda evidenze specifiche in merito a come abbia approcciato il metodo Bim, dando evidenza delle risorse, infrastrutture, know-how e processi applicati su commessa.

La verifica di questi elementi ulteriori a quelli previsti in modo generico dalla Iso 9001, fornisce al mercato una garanzia in più sulla concreta capacità dell’azienda di operare con il suddetto metodo.

La certificazione è dunque l’attestazione che l’organizzazione è in grado di gestire in modo corretto e competente le proprie attività con la metodologia Bim. L’evidenza di questa competenza può costituire un elemento di distinzione e di eccellenza sul mercato.

Inoltre, gli audit di certificazione secondo la Iso 9001 vengono generalmente svolti da uno o più ispettori competenti nel generico settore di riferimento, come ad esempio il settore EA 34 “Servizi di ingegneria”, se si considera il caso degli studi di progettazione.

Tutti gli audit di certificazione svolti da ICMQ per il sistema di gestione Bim sono invece effettuati da un team in cui, all’auditor esperto di sistemi di gestione, viene sempre affiancato un esperto tecnico Bim.

Ciò garantisce un approccio qualificato, in grado di valutare con attenzione la metodologia Bim applicata in tutte le sue sfaccettature e interloquire con gli esperti Bim aziendali parlando lo stesso linguaggio.

Viene da sé che, in assenza di una competenza pluriennale nel Bim, un ispettore qualificato nel generico settore non avrà gli strumenti per verificare correttamente la gestione dei processi seguita dall’azienda in ambito Bim.

Infine, al fine di conferire allo schema di certificazione una valenza istituzionale, la stessa è attualmente oggetto di revisione in sede Uni, all’interno di un apposito gruppo di lavoro creato per sviluppare una PdR (Prassi di Riferimento) che porti allo sviluppo di una certificazione nazionale per le aziende che operano in Bim accreditabile da Accredia e certificabile da tutti gli organismi di certificazione interessati.

Ciò conferma non solo l’importanza della scelta di creare uno strumento di garanzia ad hoc per disciplinare una materia altamente specialistica e riferita a una normativa ancora in evoluzione, ma anche la volontà dell’Ente normatore di dare maggiore enfasi ai contenuti dello schema di certificazione, rispetto a quanto evidentemente la norma Iso 9001 non possa garantire per la genericità delle sue prescrizioni.

Sicurezza sul lavoro Polizia di Stato e Vigili del Fuoco

Sicurezza sul lavoro Polizia di Stato e Vigili del Fuoco

Emanato il decreto attuativo del TU sicurezza con le specifiche modalità applicative del medesimo Testo unico nell'ambito delle articolazioni centrali e periferiche della Polizia di Stato, del Dipartimento dei Vigili del fuoco. Abrogato il precedente decreto del 1999.

Sulla G.U. 30/10/2019, n. 255, è stato pubblicato il D. Min. Interno 21/08/2019, n. 127, che in attuazione dell’art. 3 del D. Leg.vo 81/2008 (Testo unico della sicurezza), comma 2, reca specifiche modalità applicative del medesimo Testo unico nell'ambito delle articolazioni centrali e periferiche della Polizia di Stato, del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nonché delle strutture del Ministero dell’interno destinate per finalità istituzionali alle attività degli organi con compiti in materia di ordine e sicurezza pubblica.
Il nuovo decreto abroga il precedente D. Min. Interno 14/06/1999, n. 450, a sua volta emanato in attuazione dell’art. 1 del D. Leg.vo 626/1994.

DATORI DI LAVORO, DIRIGENTI E PREPOSTI. Il provvedimento - ferma restando la definizione recata dalla lettera b) dell’art. 2 del D. Leg.vo 81/2008 - dispone che le funzioni di datore di lavoro (limitatamente agli effettivi poteri di gestione posseduti, ed ancorché non siano dotati di autonomi poteri di spesa) sono assolte anche:
- dal dirigente al quale spettano i poteri di gestione dell’ufficio, ivi inclusi quelli di organizzazione del lavoro e di autonoma valutazione del rischio;
oppure
- dal funzionario non avente qualifica dirigenziale preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, anche ai fini dell’organizzazione del lavoro e della valutazione del rischio.
I datori di lavoro sono individuati con uno o più decreti ministeriali da emanarsi.
L’art. 3 del D. Min. Interno 21/08/2019, n. 127, reca invece le disposizioni finalizzate all’individuazione dei dirigenti e dei preposti.

PARTICOLARI ESIGENZE E PECULIARITÀ ORGANIZZATIVE. Il provvedimento individua (art. 8 del D. Min. Interno 21/08/2019, n. 127 per quanto riguarda le articolazioni centrali e periferiche della Polizia di Stato nonché le strutture del Ministero dell’interno destinate per finalità istituzionali alle attività degli organi con compiti in materia di ordine e sicurezza pubblica; art. 15 del D. Min. Interno 21/08/2019, n. 127 per quanto riguarda il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco) le “particolari esigenze connesse al servizio espletato ovvero alle peculiarità organizzative”, di cui occorre tenere conto per definire le peculiari e specifiche modalità di applicazione del Testo unico della sicurezza ai luoghi di lavoro in oggetto.

CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI. Ai sensi dell’art. 17 del D. Min. Interno 21/08/2019, n. 127, la vigilanza presso i cantieri temporanei o mobili in area riservata, è effettuata dal personale dell’ufficio di vigilanza dell’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento dei Vigili del fuoco. Sono escluse dalla valutazione dei rischi e dalla conseguente redazione del DVR, nonché dall’ottemperanza di ogni ulteriore obbligo anche previsto dal Titolo IV (Cantieri temporanei e mobili) del D. Leg.vo 81/2008, le attività funzionali alle operazioni in interventi di soccorso che richiedano l’esecuzione anche di lavori individuati nell’Allegato X del medesimo D. Leg.vo 81/2008.
Tutte le attività in questione sono realizzate sotto la direzione tecnica di un responsabile operativo, direttamente designato dal datore di lavoro, in qualità di dirigente, come definito dall’art. 2 del D. Min. Interno 21/08/2019, n. 127 in commento.

 

 

Fonte: bollettino online di Legislazione Tecnica
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SAIE Bari, i numeri della prima edizione

SAIE Bari, i numeri della prima edizione

Con 350 aziende espositrici e 20.137 visitatori, la manifestazione SAIE Bari diventa il punto di riferimento per il mercato delle costruzioni del Centro e Sud Italia e del bacino del Mediterraneo

20.137 visitatori, 350 aziende espositrici, 116 convegni, 12 iniziative speciali e 9 delegazioni estere. È questo il bilancio positivo della prima edizione di SAIE Bari, la fiera biennale delle costruzioni (progettazione, edilizia, impianti) organizzata da Senaf che dal 24 al 26 ottobre si è tenuta presso la Nuova Fiera del Levante di Bari. Una manifestazione che ha dimostrato di essere il punto di riferimento per il mercato delle costruzioni del Centro e Sud Italia e del bacino del Mediterraneo, affiancando così la storica edizione di Bologna. Un momento importante di confronto che ha visto la partecipazione attiva di tutti gli attori del settore, tra cui imprenditori, associazioni e istituzioni.

La fiera ha potuto contare sul sentito contributo delle istituzioni: “Questa fiera – ha detto Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia – deve essere il serbatoio delle idee e dei sogni di un nuovo modo di concepire l’arte del costruire.” Per Antonio Decaro, Sindaco del Comune di Bari e Presidente dell’ANCI: “Gli eventi come SAIE Bari rappresentano un momento importante di confronto per gli imprenditori del settore edile del nostro territorio, composto da migliaia di eccellenze, che hanno così uno strumento in più per crescere e adeguarsi alla trasformazione del mercato.”

Da SAIE Bari arrivano segnali positivi per il settore. Secondo i dati dell’Osservatorio SAIE, nella prima metà del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, quasi la metà (49%) delle imprese pugliesi di produzione e distribuzione di prodotti edili hanno registrato una crescita del fatturato, e quasi tutte hanno mantenuto (77%) o incrementato (12%) l’occupazione. Positive anche le attese per la chiusura dell’anno in corso, con il 60% che si aspetta un ulteriore incremento dei ricavi e solo il 14% una contrazione.
Anche Federbeton durante il SAIE Bari ha evidenziato come le imprese del settore credano nel Sud Italia: “Nonostante la congiuntura economica confermi ancora una volta la necessità di un’azione di rilancio, nel triennio 2016-2018 sono stati investiti oltre 90 milioni di euro in tecnologie a favore dell’ambiente.”

Quattro, in generale, i percorsi tematici al centro della fiera: Gestione Edificio e riqualificazione edilizia; Impianti tecnici in edilizia; Trasformazione urbana, Infrastrutture e territorio; Digitalizzazione e BIM.
Accanto alla parte espositiva caratterizzata dalla presenza di oltre 350 aziende provenienti da tutto il territorio nazionali e appartenenti ai vari ambiti della filiera delle costruzioni, i visitatori hanno potuto apprezzare le tante iniziative che hanno animato la tre giorni. Partendo dai 116 convegni organizzati da aziende, associazioni e partner sui principali temi legati al mondo della progettazione e delle costruzioni, per arrivare al format innovativo con le Piazze dell’eccellenza, luoghi in cui sono state mostrate le opere e le best practice che costituiscono il fiore all’occhiello dell’intera filiera con RFI e Italfer, il Comune di Bari, Cetma e Stress e l’Ordine dei Geometri, degli Ingegneri e degli Architetti. SAIE Bari è stato anche un momento per valorizzare le eccellenze del comparto edile grazie all’iniziativa “Cassa Edile Awards” dove sono stati premiati gli imprenditori più “illuminati” che si sono contraddistinti per i loro comportamenti virtuosi, dando avvio ad un appuntamento annuale e nazionale che vedrà la seconda edizione al Saie di Bologna.

“La prima edizione di SAIE Bari si è conclusa con ottimi risultati, un progetto che ha saputo rispondere alle esigenze del settore e degli imprenditori del territorio – ha dichiarato Emilio Bianchi, Direttore Generale di SAIE Bari -. In Italia e nel Mezzogiorno esistono tante eccellenze alla ricerca di una via per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità. Ed è su queste basi che è nato SAIE Bari, un luogo di confronto che va oltre la parte espositiva, dove tutti gli attori, incluse le istituzioni e le associazioni che hanno aderito con entusiasmo all’evento, hanno portato il loro prezioso contributo per lo sviluppo del comparto.”

SAIE sarà nuovamente protagonista a Bologna dal 21 al 24 ottobre 2020 e a Bari a ottobre 2021.

Progettare e costruire soluzioni efficienti

Progettare e costruire soluzioni efficienti

L’efficienza energetica e i temi legati alla riduzione dei consumi di combustibili fossili, hanno portato il mondo delle costruzioni a rivalutare completamente la loro filiera.
Tutto ciò con l’intento di migliorare le prestazioni dei singoli edifici in termini di efficienza termica.
L’efficienza energetica non affronta solo il risparmio economico, ma anche la sicurezza, il comfort acustico e la qualità percepita degli ambienti.

Questo scenario spinge ovviamente tutto il mondo delle costruzioni verso prodotti e sistemi innovativi che riescano a combinare le caratteristiche tecniche e l’impatto economico complessivo.

Le partizioni a secco per esterni (pareti perimetrali o di tamponamento), presentano numerosi vantaggi rispetto alle soluzioni tradizionali, consentendo di raggiungere prestazioni tecniche elevate con spessori e soprattutto pesi ridotti.

Questi sistemi devono altresì rispondere a caratteristiche prestazionali relativamente al comportamento statico, acustico e termico, in conformità a Leggi e Normative nazionali ed Europee, che coinvolgano tutte le tipologie di edifici: dalle abitazioni agli edifici industriali, dalla nuova costruzione all’ampliamento di edifici esistenti.

Tali sistemi e soluzioni comportano numerosi vantaggi anche in fase realizzativa per quanto riguarda:

  • Logistica: materiali leggeri, facili da trasportare e movimentare;
  • Rapidità esecutiva: materiali semplici da installare che richiedono meno fasi di finitura rispetto alla muratura tradizionale;
  • Integrazione impiantistica: il passaggio degli impianti si realizza all’interno dell’intercapedine, evitando discontinuità nei sistemi senza necessità di creare tracce. Le fasi di posa degli impianti e di montaggio dei vari paramenti e dell’isolante risultano ben distinte evitando sovrapposizioni tra le maestranze contemporaneamente presenti.
  • Pulizia di cantiere: lavorazioni e manutenzioni pulite, con limitata produzione di scarti, che possono essere recuperati

Pareti perimetrali con sistemi a secco.

Seppur poco conosciuta ai più, la parete a secco da esterno riscuote grande interesse tra gli addetti al settore, poiché sposa i dettami dell’edilizia innovativa con la leggerezza e la velocità di esecuzione. Le pareti a secco possono costituire le chiusure verticali degli edifici realizzati con struttura portante di calcestruzzo armato, acciaio o legno, cioè l’involucro che viene costruito sull’ossatura per delimitare e proteggere gli ambienti interni dalle condizioni climatiche esterne.

Esse non svolgono quindi nessuna funzione portante, salvo quella di portare se stesse, essendo sorrette dai solai di ciascun piano dell’edificio.

Le pareti perimetrali degli edifici, specie in quelli multipiano, rappresentano la porzione con maggior superficie disperdente sia d’inverno che d’estate. Per questo motivo è importante scegliere con attenzione la soluzione progettuale migliore per ottenere la massima prestazione economicamente vantaggiosa.


A differenza delle pareti interne, le pareti esterne devono garantire al progettista, non solo gradevolezza estetica e compositiva, ma anche maggiori prestazioni sotto molteplici punti di vista.

Per ottemperare a tutte le varie prestazioni, è di fondamentale importanza conoscere bene i differenti sistemi costruttivi e soprattutto i differenti materiali che li costituiscono.

I sistemi URSA offrono al progettista una vasta gamma di prodotti in grado di soddisfare tutti i requisiti prestazionali necessari a raggiungere un ottimo livello di comfort.

Generalmente le pareti di tamponamento esterno a secco sono così costituite:

  • Doppia orditura metallica composta da montanti e guide in acciaio con dimensioni e interassi variabili in funzione dell’altezza della parete e delle azioni cui sono soggette (pressione del vento per l’orditura esterna, spinta della folla per l’orditura interna). Normalmente si adottano configurazioni con orditura esterna da 100 mm o 150 mm e orditura interna da 75 mm o 100 mm;
  • Rivestimento esterno con lastra in gesso rivestito o cementizia e relativa rasatura;
  • Paramento intermedio costituito da pannello in fibra di legno mineralizzata URSA WOODLITH, di vari spessori, in funzione delle prestazioni tecniche da raggiungere;
  • Rivestimento interno con doppia lastra in gesso rivestito;
  • Isolamento termo/acustico URSA TERRA tra i montanti di entrambe le orditure. Vengono posizionati dei pannelli isolanti in lana minerale Ursa Terra di spessore, densità e conduttività termica variabili in funzione delle dimensioni delle orditure e più in generale delle performance termiche ed acustiche richieste.

Sarà il Piemonte ad ospitare la prossima edizione 2020 del Festival dell'Edilizia Leggera

Sarà il Piemonte ad ospitare la prossima edizione 2020 del Festival dell'Edilizia Leggera

E' ufficiale: parola d'ordine #FELtorino2020. Annunciata ieri durante il primo giorno di Festival a Bari la location per la sesta edizione di FEL che si terrà a Torino nel 2020 dal 19 al 21 novembre. Ancora non sono finiti i giorni di Festival dedicati al #Mezzogiorno e già si parla dell'edizione che guarda al settentrione. L'organizzazione aveva già dato qualche indizio nei mesi scorsi, ma il comunicato ufficiale è stato trasmesso solo ora. FEL srl l'ente che organizza ogni anno il Festival, sceglie quindi una città di grande vocazione industriale, attenta al tema delle finiture, e riferimento del nord-ovest e sull'intero territorio nazionale. Il Piemonte è un distretto economico allargato che abbraccia tutte le regioni del centro-nord e la filiera già prepara le armi per un'edizione 2020 che si preannuncia già carica di aspettativa.
L'iter del Festival è da sempre condiviso con i protagonisti del mercato, e la tappa di Torino è anch'essa una scelta condivisa con la maggior parte delle aziende che da anni seguono questo format innovativo. Il Festival quindi non perde di vista la sua vocazione territoriale, pur rappresentando ormai l'evento di riferimento nazionale per il settore professionale del colore in edilizia, l'unico strettamente dedicato al settore e in grado di dialogare in maniera efficace agli attori di questo mercato complesso e che necessita di una profonda rivoluzione culturale e formativa.


L'episodio che ha visto accostati due eventi SAIE e FEL ha dimostrato come il Festival possa navigare in autonomia nel panorama fieristico, sapendosi accostare ad eventi con target diversi, ma comunque coinvolti. Il mondo dell'edilizia ha bisogno di riscoprire il settore delle finiture, e di approfondire temi legati alla riqualificazione, all'isolamento, e alla costruzione a secco (edilizia leggera) . Le date di Torino vedranno FEL accostato ad un altro evento di riferimento sul mercato nazionale dell'edilizia. A Torino infatti il Festival sarà affiancato a "Restructura", la Fiera annuale dell'edilizia organizzata da Lingotto Fiera dedicata in particolare modo al settore della riqualificazione, molto vicino a quello delle aziende partecipanti al Festival.


Insomma la capitale del colore è ormai decisa, come decise sono le date : dal 19 al 21 novembre presso il modernissimo padiglione Oval , Fiera Lingotto

Economia circolare: nuovi metodi per migliorare l'uso degli scarti da costruzione e demolizione

Economia circolare: nuovi metodi per migliorare l'uso degli scarti da costruzione e demolizione

Migliorare il riutilizzo dei materiali di scarto delle costruzioni per rafforzare la transizione verso un’economia circolare. Questo l’obiettivo del progetto CONDEREFF (Construction & demolition waste management policies for improved resource efficiency), che vede coinvolta l’ENEA e altri 8 partner di 7 paesi (Spagna, Grecia, Francia, Repubblica Ceca, Italia, Austria e Germania). Finanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, il progetto intende superare le principali criticità che ostacolano la più ampia diffusione dei prodotti derivanti dalla valorizzazione dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D), che rappresentano il 40% del totale dei rifiuti speciali prodotti in Europa. In questo modo sarà possibile offrire alternative all’uso di materie prime vergini, consentendo anche ai paesi partecipanti di migliorare gli obiettivi di riciclaggio e l’efficienza   nell’uso delle risorse.
“Dopo aver analizzato le principali criticità di carattere normativo-procedurale, economico, tecnico e culturale metteremo a disposizione dei partner una metodologia per superarle in funzione delle specificità dei diversi paesi, coinvolgendo stakeholder ed esperti del settore. I risultati di questa attività aiuteranno i decisori politici ad adottare misure specifiche utilizzando le migliori pratiche dei paesi partner in cui l’utilizzo dei rifiuti da C&D è ampiamente praticato”, spiega Antonella Luciano, responsabile per ENEA del progetto.
Nella prima fase di attuazione, in tutti i paesi partecipanti sono stati analizzati il quadro normativo, il potenziale economico dei rifiuti da C&D, le capacità di riciclaggio e le best practice.  “Durante tutta la prima fase del progetto, ENEA ha coinvolto nello studio i principali stakeholder. Ci si è poi confrontati su approcci e migliori pratiche anche attraverso workshop internazionali su specifiche tematiche, come ad esempio quello organizzato a Roma dalla Regione Lazio, con il supporto tecnico di ENEA, sull’utilizzo del Green Public Procurement (GPP) come motore per la gestione efficiente dei rifiuti da costruzione e demolizione. Non è un caso che questo workshop sia stato organizzato dai partner italiani, essendo l’Italia l’unico paese europeo ad aver reso obbligatorio il GPP e ad aver attivato un sistema di monitoraggio”, conclude Antonella Luciano.
Oltre alle autorità pubbliche, destinatarie finali dei risultati del progetto, sono attivamente coinvolti tutti gli attori che si occupano di regolamentazione e gestione dei rifiuti da C&D a vari livelli, come le imprese di costruzione e demolizione, le imprese di riciclaggio, le autorità di controllo, i professionisti e i ricercatori.