SOS – School of Sustainability presenta al MuseoNovecento di Firenze i progetti del quinto ciclo.
Bologna 15 Luglio 2019 – Venerdì 26 luglio 2019, dalle 10:30 alle 13:30 presso il MuseoNovecento di Firenze, i giovani professionisti di SOS – School of Sustainability presenteranno i progetti sviluppati nell’ambito della loro partecipazione al quinto ciclo del programma di studi Post Laurea fondato dall’architetto Mario Cucinella.
Tre grandi sfide del nostro tempo – lo sviluppo del wellbeing delle comunità e dei territori, la lotta all’homelessness, la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente – sono state al centro di tre progetti ambiziosi supervisionati da Alessio Battistella, Andrea Rossi, Irene Giglio, Martina Ruini svolti in collaborazione con partner istituzionali, del mondo della ricerca e dell’industria.
L’incontro è aperto agli studenti, ai giovani professionisti e in generale al pubblico che s’interroga su quali iniziative concrete possano essere messe in campo per far fronte alle emergenze climatiche e ai temi della rigenerazione del tessuto sociale, economico e ambientale delle città e dei territori.
“L’architettura deve mobilitarsi e intraprendere azioni concrete – dichiara Massimo Imparato, direttore di SOS – per aiutare l’individuo, le comunità e le imprese a prepararsi alle sfide senza precedenti legate al cambiamento climatico”.
Partner 2019 dell’iniziativa il MuseoNovecento di Firenze con cui SOS – School of Sustainability, insieme allo studio MC A – Mario Cucinella Architects, ha collaborato alla creazione di The Wall – Sustainable Thinking Evolution (dal 12 aprile 2019 al xx gennaio 2020). L’installazione, ideata dal direttore del museo Sergio Risaliti e curata da SOS racconta l’evoluzione del pensiero sostenibile visto nella sua interrelazione con i cambiamenti che l’uomo produce nell’ecosistema, e per le influenze che genera nella tecnica, nell’impiego dei materiali e nei processi produttivi. The Wall fa parte del progetto Sustainable Thinking in collaborazione con la Fondazione Ferragamo e il Museo Salvatore Ferragamo.
“Il Museo Novecento – afferma Sergio Risaliti – crede molto nella collaborazione con SOS – School of Sustainability. Con Mario Cucinella, i suoi collaboratori e il direttore di SOS stiamo progettando una serie di eventi che avranno al centro il tema dell’economia circolare e dei cambiamenti climatici in atto. Non vi è dubbio, infatti, che anche in arte l’avanguardia stia da questa parte”.
L’evento vedrà la partecipazione di alcuni ospiti illustri del mondo dell’Università, della Ricerca e dell’Industria tra cui prof. Laura Lee, Architetto, FAIA, Hon FRAIA, ing. Paolo Cresci, Head MEP, Arup Italia, arch. Marc Di Domenico, Direttore, Florence Institute of Design, prof. Laura Andreini, Architetto, Università degli Studi di Firenze. Gli ospiti si uniranno all’architetto Mario Cucinella in un dibattito aperto sui temi portati all’attenzione del pubblico grazie ai progetti sviluppati dalla Scuola.
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Arriva dalla Russia questa printer in grado di spingersi teoricamente fino a 80 metri di altezza per rivoluzionare il segmento delle grandi costruzioni
La più grande stampante 3D edilizia, ossia per grandi costruzioni, arriva dalla Russia ed è in grado di realizzare un edificio fino a sei piani tutto in una volta. Forse non tutti sanno che le 3D printer stanno trovando una importante e quasi rivoluzionaria applicazione proprio in questo ambito.
D’altra parte per ottimizzare i tempi e ridurre i costi è da tempo che si utilizzano elementi prefabbricati che poi vengono assemblati in loco. Ma con le stampanti 3D per uso edilizio si utilizza la stessa procedura di quelle industriali – se non quelle casalinghe – applicate, però, alle grandi dimensioni.
E per grandi dimensioni intendiamo un condominio, con il vantaggio di una considerevole quantità di tempo e risorse salvate. Inoltre, possono procedere a sostenuta velocità e con grande precisione e autonomia.
Come funziona la stampante 3d edilizia – Chiamata AMT-SPETSAVIA S-500, questa stampante 3D non rivela la propria funzione se si osserva di sfuggita, visto che è costituita da una struttura metallica con quattro pali di sostegno e un componente che si muove in verticale. Il vero e proprio erogatore di cemento è piazzato su una barra che può muoversi in tre dimensioni e che può andare a rilasciare qualcosa come 2,5 metri cubi di materiale ogni ora.
Il dispositivo può lavorare su un volume di 11,5 x 11 x 15 m, ma c’è un interessante orizzonte ancora da esplorare perché tecnicamente può estendere la propria operatività fino a un massimo di 80 metri di altezza. Considerando ogni piano circa 3 metri, questo vuol dire che il performante supporto edilizio potrebbe arrivare a realizzare un edificio di ben 26 piani. Basta fare due calcoli per capire che siamo già nel segmento dei grattacieli.
C’è anche una stampante più compatta chiamata S300 che opera in 11,5 x 11 x 5,4 m di volume e può realizzare edifici fino a un massimo di due piani su una superficie di 120 metri quadri.
Le potenzialità delle stampanti 3d edilizie – Il direttore generale del progetto Alexander Maslov, ha commentato: “Abbiamo sempre cercato una soluzione per la costruzione di edifici multipiano e adesso possiamo dichiarare con sicurezza che questa soluzione esiste. Durante lo sviluppo abbiamo considerato le richieste delle società edilizie al contempo mantenendo l’affidabilità intrinseca delle nostre apparecchiature, facilità di gestione e manutenzione“.
Il debutto delle due stampanti 3d per costruire palazzi è atteso per fine anno. Il futuro dell’edilizia sarà sempre più intrecciato con quello delle stampanti 3D di grandi dimensioni. Sono già numerosi i precedenti di modelli in grado di costruire piccole abitazioni e edifici a un piano. Ma non solo, c’è un progetto italiano che va addirittura a utilizzare i materiali più poveri come il fango per creare ripari ad esempio istruzioni di emergenza.